Lingue e viaggi: dalla lingua norvegese a quella cinese, dall’inglese al tedesco

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Se mi leggi e mi conosci un pochino saprai che grazie alle mie origini italo-austriache, e quindi l’esser cresciuta bilingue, mi destreggio molto bene nel mondo linguistico. Nonostante io sappia parlare 5 lingue differenti il viaggiare spesso mi porta ad essere curiosa anche nei confronti di lingue del tutto differenti come la lingua norvegese, la finlandese o svedese per esempio, o come il cinese o l’arabo.

Parlando italiano, tedesco, inglese, francese e da poco anche spagnolo viaggiare diventa molto più easy perchè nella maggior parte dei paesi troverai qualcuno che comprende almeno un poco di una di queste. Però non è così ovunque. In Russia ad esempio la maggioranza di cittadini russi parla e comprende solo ed esclusivamente russo, lo stesso vale per il Giappone. Ci sono però altri stati come quelli del nord Europa già citati prima che comprendono e parlano perfettamente l’inglese ma che hanno una lingua locale veramente difficile da capire. Durante alcuni miei viaggi mi sforzavo di ascoltare le persone parlare nel bus o nella metro o ancora al tavolo di fianco al ristorante per cercare di capire cosa cavolo si stessero dicendo, il tutto senza esito. La lingua norvegese così come quella svedese ma anche quella finlandese per me sono incomprensibili al 99% dei casi e così anche la cinese.

Lingue e viaggi: una relazione inscindibile

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Lingue e viaggiare a mio parere sono due tematiche che vanno e devono andare a braccetto, perchè se sei viaggiatore, e non semplicemente turista, devi poter riuscire ad instaurare delle conversazioni con le persone locali, creare legami, curiosare, chiedere e così via.

Io personalmente mi sforzo di imparare sempre le parole basiche di ogni paese che visito, da un semplice “ciao” o “arrivederci” ad un “grazie”. Basta poco per differenziarsi da quelli (e qui aihmè, mi tocca ammettere che gli italiani sono i peggiori in assoluto) che incontri in giro per il mondo che credono che tutto gli sia dovuto. Esempio? Il tipico “turista ignorante” è colui che se ne va in giro per la Thailandia parlando italiano come se fosse a Rimini, pretendendo che la povera vecchina che vende il pollo fritto per strada capisca perfettamente ciò che le viene detto e che addirittura si incazza quando ella dimostra di non aver compreso una parola. Però torniamo a noi.

Credo che sia un gesto di estrema educazione ringraziare e salutare nella lingua locale del luogo che si sta visitando. Come fare? Beh, ad imparare una manciata di parole nuove siamo in grado tutti soprattutto nei giorni d’oggi in cui, oltre al classico ed amatissimo Google Translate, ci sono traduttori simultanei scritti ed orali, dizionari digitali ma anche app e piattaforme, come Babbel ad esempio, che ti aiutano ad apprendere una lingua, dalle parole più standard fino ad arrivare a livelli più avanzati.

Io mi sono destreggiata tra parole thailandesi, lingua norvegese e svedese ed anche un po’ di indiano. Magari l’indiano di turno ti guarderà sorridente ma perplesso col tipico “dondolio” della testa, la cassiera cinese ti sorriderà timidamente e la addetta norvegese ti ringrazierà con tanta fretta.. ma ricorda, ci sarà sempre la vecchina thai del momento che ti farà un sorriso a 56 denti, e tu ti sentirai più cittadino del mondo.

Ora però, ti sfido ad imparare insieme a me una tra la ligua norvegese, la svedese o la finlandese 🙂

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